Horrorville. Le fauci ingannevoli by Mike Ford

Horrorville. Le fauci ingannevoli by Mike Ford

autore:Mike Ford [Ford, Mike]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Salani Editore
pubblicato: 2022-09-27T19:14:01+00:00


7

La prima cosa che fece Max il mattino successivo fu controllare la bocca del Divoratore di Desideri. Quando vide che era vuota il suo cuore scoppiò di gioia.

Guardò il letto di Charlie. Era ancora fatto e non sembrava che qualcuno ci avesse dormito dentro. Ma forse, pensò, il Divoratore di Desideri aveva esaudito il suo solo poco prima e Charlie non aveva dormito lì. Forse i suoi fratelli e sorelle erano da qualche altra parte nella casa. Con il cuore in gola saltò giù dal letto e corse in corridoio. Si precipitò nella stanza delle gemelle e guardò dentro. Era ancora un ufficio. Poi controllò la stanza di Arthur ma anche quella non era cambiata.

Cercò di non preoccuparsi mentre faceva le scale, continuava a ripetersi che forse erano tutti in cucina. Ma la casa era troppo silenziosa e quando arrivò in cucina vide solo i suoi genitori seduti al tavolo che leggevano tranquillamente il giornale e mangiavano i fiocchi d’avena.

«Buongiorno» lo salutò sua madre. «Oggi vuoi le uova strapazzate o i cereali?»

«Ehm, c’è qualcun altro?» chiese Max, ancora speranzoso.

«Solo noi» rispose suo padre. «Perché? Aspetti qualcuno?»

«Credevo… di aver sentito qualcuno» borbottò il bambino. «Non importa. Vado a vestirmi».

«Uova o cereali?» gli urlò dietro sua madre.

«Cereali» brontolò Max, mentre saliva le scale.

Tornato nella stanza, si infilò i vestiti e si chiese cosa fosse andato storto questa volta. Il Divoratore di Desideri era sul suo comodino, sogghignava in modo tale da fargli sembrare che stesse ridendo di lui.

«Lo so che hai esaudito il mio desiderio» gli disse Max. «Ma come? Che hai fatto adesso?»

Il Divoratore di Desideri rimase in un silenzio che lo fece innervosire. Il bambino finì di prepararsi. Poi prese la dentiera e la infilò nel suo zaino. Portò lo zaino al piano di sotto e lo poggiò accanto alla porta, prima di tornare dai suoi genitori. Mentre mangiava i cereali il suo cellulare vibrò. Guardò lo schermo e vide che aveva ricevuto un messaggio da Tamyra: ‘Abbiamo un problema’.

Lui le rispose: ‘???’

La risposta della bambina fu immediata: ‘Vediamoci all’incrocio fra cinque minuti’.

Max poggiò il telefono e iniziò a trangugiare i suoi cereali con il cucchiaio, più rapidamente che poteva.

«Perché tanta fretta?» chiese suo padre.

«Devo prepararmi per andare a scuola in anticipo». Il che in un certo senso era vero, quindi non stava mentendo.

«C’è un compito importante?» chiese sua madre.

«Più o meno» rispose lui, prendendo la ciotola e bevendo il resto del latte, poi la portò al lavello. «Ciao» salutò i genitori.

«Buona giornata!» gli augurarono loro mentre lui raggiungeva la porta, prendeva lo zaino e usciva di casa.

Tamyra viveva tre traverse più avanti. Mentre Max percorreva il marciapiede per raggiungere la sua strada, riusciva già a vederla all’incrocio. Ma c’erano altri tre bambini con lei che non riconosceva. Avvicinandosi, notò che uno era un maschio e le altre due erano femmine.

«Ehi» la salutò con la mano. Tamyra non sembrava contenta. «Sono i tuoi cugini per caso?»

«No» rispose lei. Fece un profondo respiro. «Sono i miei fratelli e sorelle».

«Tu non hai…» cominciò Max, poi si fermò.



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